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TEMA PUNTATA N. 7

Donne e uomini sono presentati/e e inquadrati/e in modi molto diversi, ma questa diversità lungi dal valorizzare le differenze rafforza gli stereotipi sessisti e impone taglie e atteggiamenti. Lo stereotipo di molti adolescenti secondo cui la donna è come una serratura e l’uomo come una chiave (la chiave buona apre molte serrature ma la serratura buona si fa aprire solo dalla chiave giusta) riflette una Italia avvilita da una televisione fortemente sessista che ben si riconosce nel macho. Mentre i corpi delle donne vengono mostrati (quasi) nudi o comunque per quello che appaiono, gli uomini si presentano per lo più abbottonati, sono padroni del discorso televisivo e contano per quello che dicono. La televisione ha tuttavia responsabilità pubbliche ed educative che non possiamo ignorare. E’ quindi importante non tanto smettere di guardare la TV ma avere degli strumenti critici per potersene distanziare e strumenti politici per influenzare la qualità dei programmi, denunciando tutto ciò che non rispetta la dignità delle donne.

LORELLA ZANARDOLZ-00WIN

Lorella Zanardo è laureata in economia e ha lavorato come manager in diverse aziende. E’ speaker apprezzata in convegni internazionali, consulente organizzativa, formatrice e docente ed è coautrice del documentario Il Corpo delle Donne, visto da quasi 10 milioni di persone online, e dell’omonimo libro edito da Feltrinelli. E’ ideatrice del percorso educativo Nuovi Occhi per la TV, curato con lo staff del sito denominato Il corpo delle donne, un percorso che propone l’educazione all’immagine per i/le giovani come strumento di cittadinanza attiva. Su questo tema ha appena pubblicato per Feltrinelli anche il libro Senza Chiedere il Permesso.

Il corpo delle donne (documentario), 2000

Senza chiedere il permesso, Milano, Feltrinelli, 2012

LINK WEB:

 http://www.ilcorpodelledonne.net/

 

PER APPROFONDIRE:

“In questa generazione ci pentiremo non solo per le parole e le azioni odiose delle persone cattive, ma per lo spaventoso silenzio delle persone buone” (Martin Luther King)