Napoli, periferia est.
Rione Ponticelli è una delle realtà più difficili d’Italia dove convivono i più alti tassi di dispersione scolastica e di disoccupazione in un contesto dove la criminalità è una minaccia costante di questo territorio un tempo dedito principalmente alle attività agricole. Ed è proprio da questo contesto così complesso che una rete di organizzazioni sociali e culturali porta avanti un lavoro volto a cambiare il destino degli abitanti anche grazie a mirate incursioni nella Bellezza e nell’Arte.
Ponticelli ha adottato con entusiasmo il progetto dei Parco dei Murales dedicato alla figura diAldo Merola, già direttore dell’Orto botanico di Napoli. Un parco d’arte en plein air che tenta didare bellezza all’intero quartiere riqualificandone le strade e i palazzi sorti principal mente dopo il devastante terremoto del 1980. Ancora una volta il desiderio di rivalsa e di emancipazione delle periferie parte dalla strada e dalla street art che, come ha definito in più di un’occasione Jorit Agoch, risulta essere “La forma d’arte più interessante degli ultimi cent’anni”, il modo ideale per farsi sentire, per esistere, per
esprimersi.

Siamo nel cuore di quel mondo periferico che pulsa ai piedi del Vesuvio. Una delle tante realtà di confine che si trova di fronte al Golfo di Napoli. Una storia mediterranea che DUMBO vi racconta, a modo suo, dallo scorso febbraio.
La street art è quella forma d’arte contemporanea definita da più parti come impertinente e imprevista, almeno secondo l’idea di un gruppo di ragazzi che, con il proprio lavoro, punta a ridare un’identità diversa e una nuova vita alle periferie urbane valorizzando la creatività dei suoi abitanti.
A dare un forte impulso a questo lavoro è la Inward, un vivo ed entusiasta osservatorio di creatività urbana, realtà promotrice del Parco dei Murales nel quale verranno realizzate complessivamente otto opere di street art, otto dipinti di grandi dimensioni previsti su altrettanti edifici e palazzi di Ponticelli. Ognuno di questi lavori evidenzia un’importante opera di integrazione e di condivisione che vede come protagonisti gli stessi residenti, dai più piccoli a coloro che vivono il quartiere da diversi decenni. Per valorizzare al massimo questo progetto di arte urbana, Inward seleziona con cura ogni artista. La scelta non è mai casuale ed è sopratutto mirata a legare le opere al contesto del territorio che essa andrà ad arricchire.

Il progetto del Parco dei Murales di Ponticelli è partito da Jorit Agoch, artista napoletano che realizza le sue opere tenendo ben presente l’iconografia napoletana con l’obiettivo di creare un forte legame tra lui e le comunità che ospitano i suoi lavori.
Anche a Ponticelli ma non solo.
Ricordiamo altri dei lavori di Jorit promossi da Inward come il San Gennaro di Forcella e il Maradona di San Giovanni a Teduccio dei quali vi abbiamo parlato nella sesta puntata di DUMBO.
L’opera che Jorit ha realizzato per Ponticelli è Ael, la bambina diventata simbolo della lotta al razzismo realizzata vicino al luogo da dove i rom furono cacciati tempo fa. L’artista italo olandese ha portato a termine l’opera rispondendo a una sorta di urgenza legata a questo triste episodio concretizzando un’opera dal vivo realismo pittorico che raffigura il volto di una bambina che sembra viva dinanzi ai nostri occhi, una piccola abitante strappata dal territorio nel quale stava iniziando a muovere i suoi primi passi.

Il Parco dei Murales di Ponticelli vede coinvolti molti ragazzi e molte ragazze del territorio locale non solo nello sviluppo dei soggetti delle opere ma anche nella loro promozione. Il lavoro di riqualificazione e di rigenerazione sociale iniziato con l’opera di Jorit prosegue assumendo connotati sempre più maturi e vicini all’idea di arte e promozione sociale grazie a laboratori che coinvolgono gli abitanti con attività educative e ludiche dedicate ai bambini, agli adolescenti ma anche agli adulti. Questo lavoro capillare ha l’obiettivo di portare a un riscatto sociale e culturale incentrato sulle radici del rione contribuendo a far sentire questo territorio come proprio e unico. I temi sui quali gli artisti si esprimono sono scelti grazie al contributo di tutti e di tutte le persone partecipanti ai laboratori e agli incontri svolti a Ponticelli, workshop guidati da tutor e operatori di Inward che puntano a valorizzare la cooperazione, il confronto e infine, il desiderato e auspicato
cambiamento.

Camminando tra le strade del Parco d’arte urbana di Ponticelli non si può non notare un particolare: la maggior parte delle opere murali rappresentano dei bambini, una scelta ben precisa da parte di Inward e dei cittadini partecipanti ai laboratori perché le nuove generazioni sono il futuro, la parte più viva, entusiasta e colorata del quotidiano di Ponticelli.
La maggior parte di questi bambini e di queste bambine non hanno mai visto un museo ma grazie a questo progetto di arte sociale inclusiva hanno potuto apprezzare le tecniche usate nel mondo della street art dando un valore importante e consapevole agli interventi realizzati sulle pareti degli edifici in cui abitano. I sogni e reali necessità degli abitanti di Ponticelli vengono raccolti e valorizzati da un team di tutor di Inward e sottoposti agli street artist selezionati chiamati a lavorare al progetto realizzando in questo modo un vero e proprio loop pedagogico molto sentito.
I laboratori creativi sono parte integrante del lavoro svolto all’interno del Parco, una missione che ha l’obiettivo di andare aldilà delle otto opere che comporranno definitivamente questa bella realtà artistica urbana.
Non ci sono solo i bambini e le nuove generazioni, tra i soggetti delle opere murali di Ponticelli. E non ci sono solo artisti legati alla città di Napoli. Ce n’è uno in particolare di cui vi vogliamo parlare adesso, un artista che è partito da Pinerolo per toccare, nel suo infinito peregrinare da un contesto urbano all’altro in tutta Europa, anche Napoli e il rione Ponticelli.
Stiamo parlando di Fabio Petani, autore del settimo murale del Parco d’arte urbana Aldo Merola.

Il settimo intervento creativo nel parco dei murales di Ponticelli porta la firma di Fabio Petani. L’opera dell’artista pinerolese è dedicata alla figura di Aldo Merola, già direttore dell’Orto Botanico di Napoli al quale, peraltro, è dedicato l’insieme dei palazzi popolari nel quale sono stati realizzati i murales. Questa volta l’opera non rappresenta un bambino o una bambina bensì un fiore particolare tipico del territorio, l’Arum Italicum, volgarmente detto Gigaro comune, al quale si è ispirato Petani osservando i disegni e gli scatti fotografici realizzati dai giovani residenti di Ponticelli dopo la loro visita alle serre dell’Orto Botanico di via Foria.
Il murale realizzato da Petani sulla facciata del palazzo di otto piani ci riporta alla tradizione del territorio di Ponticelli, una vocazione agricola quasi completamente persa ma che grazie agli interventi promossi da Inward si potrà ritrovare. Infatti proprio di fronte al parco alle facciate dipinte si sta realizzando un altro progetto interessante, quello dell’Orto urbano che porterà decine di persone appassionate a far rivivere un’attività quasi scomparsa nelle periferie di Napoli.

Ascoltiamo direttamente dalla voce di Fabio Petani quali sono i punti di riferimento della sua opera realizzata per il Parco dei Murales di Ponticelli nel podcast dell’intervista realizzata durante Café Bleu. Come spiega Petani, il Gigaro era considerata una pianta protettrice dei bambini e delle bambine, un bel segnale per il territorio e soprattutto per le giovani generazioni che lo vivono quotidianamente.

L’opera di Petani è molto colorata: evidenzia i toni legati al magenta con un impatto cromatico forte che richiama il giallo del cerchio raffigurato al centro del murale.
È un’opera a disposizione di tutti gli abitanti del quartiere che raggiungono Ponticelli e che risulta visibile anche da zone più lontane di Napoli come il Vomero. Un’attenzione nuova verso il quartiere, quindi, un occhio di bue che va oltre i clichè della zona depressa e vittima della criminalità, della disoccupazione e della bassa scolarizzazione.

A partire dall’opera di Jorit, il lavoro della Inward ha mosso importanti passi in avanti. Grazie al successo di questa iniziativa di riqualificazione e rigenerazione urbana attraverso l’arte murale, nel quartiere di Ponticelli è stato creato un vero e proprio Street Art District. Per poter valorizzare questo importante lavoro sono stati istituiti periodici tour grazie ai quali tutti i murales vengono mostrati a un pubblico attento e curioso che con piacere frequenta queste passeggiate artistiche all’insegna della Bellezza.

Un progetto molto interessante, nato contestualmente al Parco dei Murales Aldo Merola, è MappiNA, la mappa alternativa delle città che intende ricreare i nostri spazi urbani intercettando la varietà dei linguaggi con cui esse si esprimono. ‘A Mappina, in vernacolo, significa strofinaccio sporco; in questo caso si riferisce a letture reali e immaginarie, aperte e partecipate, permettono di realizzare questo interessante progetto che si rivolge agli abitanti ma anche agli studenti, agli operatori in campo sociale e culturale ma sopratutto a tutti coloro che catturano, attraverso foto, video e testi, l’esperienza quotidiana della città.