Lo scorso 18 aprile Sana Cheema, ragazza italo-pachistana residente a Brescia, è stata uccisa. Le indagini sono ancora in corso, ma il sospetto è che a strangolarla siano stati, per un “delitto d’onore”, il padre e il fratello, che ora rischiano l’ergastolo o la pena di morte.
Sana aveva infatti rifiutato il matrimonio combinato dalla famiglia, che le aveva teso una trappola per riportarla in Pakistan, dov’è stata uccisa.
A partire dalla triste vicenda, insieme a Najeebullah e Bakhtiar, rifugiati afghani, parleremo del patriarcato e delle imposizioni familiari in Pakistan e Afghanistan.