Nel romanzo Nessuna voce dentro lo scrittore emiliano racconta un’estate di inizio anni Ottanta a Berlino Ovest, città raggiunta da tanti giovani provenienti da tutta Europa dove si formò il nucleo originario dei CCCP
“Parto di martedì, casello di Reggio Emilia”: inizia così Nessuna voce dentro, romanzo di Massimo Zamboni che racconta l’estate da lui vissuta nel 1981 nell’allora Berlino Ovest. Il libro presenta innanzitutto il viaggio, esperienza che mette al centro il protagonista del racconto, lo stesso Zamboni a 24 anni, ma non solo. Infatti la scelta della narrazione in prima persona crea empatia, coinvolge la stessa persona lettrice. “Avevo solo sentito parlare di Berlino, non sapevo esattamente dove fosse. Come si faceva in quegli anni, al casello di Reggio Emilia ho aspettato il camion giusto per raggiungere Berlino in autostop. Avevo girato parecchio prima di allora, però quello fatto a Berlino è stato il viaggio che mi cambiò la vita. A Berlino è scoccata la scintilla dei CCCP, lì incontrai Giovanni Lindo Ferretti, mio conterraneo mai visto prima di allora”.
Zamboni ha poi continuato il suo racconto ricordando come “Berlino Ovest ti sbatteva di fronte alla storia, contro il Muro e l’attraversamento della Germania Est. Arrivare lì e capire quanto quella città era “bollente”, per me è stato un bel rimescolare di idee”.
Di Nessuna voce dentro, libro che racconta di un viaggio di formazione, degli incontri, della fuga e delle molteplici possibilità offerte da Berlino, abbiamo parlato in diretta a Café Bleu con Massimo Zamboni.