Specchio stranieroPagina 2 di 2

La puntata di oggi, in via straordinaria, viene registrata dall’appartamento di Rafiq, Shahid, Tariq e Haidar, che ci hanno ospitato offrendoci un pranzo dal menù afghano-pachistano.

I recenti attacchi terroristici a Kabul e Jalalabad, di cui ci siamo già occupati nella scorsa puntata, diventano occasione per affrontare la spinosa questione della libertà di informazione in Afghanistan e Pakistan, dove i media sono legati a doppio filo al potere politico e dove le voci libere sono messe a tacere.

Nella zona di “massima sicurezza” della città l’ennesimo attacco terroristico colpisce la capitale afghana, uccidendo almeno 100 civili.

Come sedurre la persona che ci piace? A seconda del contesto culturale e sociale di provenienza, le strategie possono essere molto diverse: se in un paese come l’Afghanistan è necessario passare attraverso il consenso delle rispettive famiglie (e il loro accordo formale, seguendo una pratica codificata nel tempo), in Italia c’è senza dubbio più libertà, ma al tempo stesso non mancano dubbi e insicurezze su come comportarsi.

Oggi potrete ascoltare la seconda parte della nostra intervista a Giuseppe De Mola, operatore umanitario per Medici Senza Frontiere e autore del romanzo “Disarmo”. Dopo essersi occupato, nella prima parte dell’intervista (che potete riascoltare nella nostra pagina mixcloud), del lavoro di Msf e delle accuse rivolte negli ultimi mesi alla ong, Giuseppe De Mola oggi ci parlerà specificamente del romanzo “Disarmo”.

La letteratura spesso riesce ad arrivare molto più a fondo della cronaca, quando si tratta di comunicare nell’intimo una determinata situazione. E, nonostante gli elementi di “finzione”, non è meno “vera”. Anche per questo motivo Giuseppe De Mola, operatore umanitario per Medici Senza Frontiere, ha deciso di racchiudere in un romanzo, dal titolo “Disarmo” (edito da SEB27), l’esperienza vissuta in prima persona in Sud Sudan.

La pazienza si rivela, in tutti questi casi, una capacità fondamentale. Ne parliamo con Kakar e Alì, rifugiati afghani.

In molte culture religiose l’argomento “sesso” costituisce un vero e proprio tabù: non fa eccezione il mondo islamico, all’interno del quale è ancora difficile ricavare degli spazi aperti di discussione su tematiche quali l’educazione sessuale, i rapporti extra coniugali, i metodi contraccettivi e l’omosessualità.

Scegliere con chi sposarsi, frequentare la scuola, guidare l’automobile: sono tutti diritti che in Europa diamo ormai per scontati, ma che non lo sono ancora per le donne che vivono in alcuni paesi del Medio Oriente, dove la cultura patriarcale viene ancora difficilmente messa in discussione

Dal 2013 esiste un Premio dedicato ai diritti umani e alle opere di letteratura delle migrazioni. Giunto ora alla sua quarta edizione, il Premio Internazionale Marisa Giorgetti.

Cosa succede ai bambini che hanno perso i genitori in paesi come l’Afghanistan, il Pakistan e l’Iraq? Il destino degli orfani può essere molto diverso