Un artista viene invitato a Tzipporis, in Galilea, vicino a Nazareth. Lì un orfanotrofio dove lavorano operatori cristiani, musulmani ed ebrei accoglie decine di bambini senza nessuna distinzione di etnia, religione o provenienza. L’incontro tra l’artista, che attraverso l’arte è votato alla comunicazione, e la realtà del luogo, che illumina un territorio generalmente indicato come problematico, è fatale. Lui, Alessandro Valeri, sa che la bellezza di quanto accade nell’orfanotrofio è di per sé un’opera d’arte da curare e far crescere. Nasce così il progetto Sepphoris (Tzipporis in greco antico), ideato per sostenere la vita dell’orfanotrofio, che è già stato presentato come evento collaterale alla 56ma edizione dell’Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia, e da cui è stato tratto un libro per raccogliere fondi; ora è a Roma con il titolo Lasciami entrare, fino al 24 luglio presso gli spazi de La Pelanda al Macro Testaccio a Roma.