Clima: speciale COP27 in Egitto

Le interviste, i ragionamenti e le questioni centrali nel quadro della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici
15 Novembre 2022

In pieno svolgimento la Cop27 in Egitto: tra i temi principali si discute di “Lost and Damage” (perdite e danni) e di finanza climatica.

Irene Abra, ambasciatrice per il clima del Consiglio metodista europeo, sta seguendo i lavori insieme a molti altri rappresentanti della campagna mondiale Climate YES, guidata da giovani cristiani tra i 18 e i 30 anni.

Questa Cop27 è molto importante perché è la prima volta che la questione del Lost and Damage viene nominata nell’agenda ufficiale – racconta Irene Abra – Un segno importante, il risultato di un attivismo che da molti anni viene portato avanti da quelle nazioni che vivono in prima battuta le conseguenze drastiche di questa crisi climatica.
Come giovani attivisti della campagna internazionale Climate Yes abbiamo lanciato un appello ai vari capi di governo, sottolineando l’importanza della valutazione dell’ambito “Lost and Damage”, ma anche ricordando il ruolo dei giovani e il ruolo di advocacy che hanno le chiese. Abbiamo anche proposto un evento il cui tema era il dialogo intergenerazionale, che è già stato sviluppato anche all’interno delle nostre chiese. Nonostante infatti l’impegno in prima persona dei giovani, crediamo sia importante stabilire un ponte comunicativo che superi le differenze di età. Ognuno di noi può contribuire alla lotta al cambiamento climatico, non deve essere visto sempre e solo come un tema dei giovani, ma che invece tocca tutti e tutte noi
“.

Ascolta l’intervista con Irene Abra

11 Novembre 2022

Greenpeace Italia ha messo insieme i dati legati all’inquinamento da ammoniaca proveniente dagli allevamenti intensivi nel paese. Si tratta di gas che contribuiscono a peggiorare la qualità dell’aria, e soprattutto nel Centro-Nord, come mostrano le mappe interattive pubblicate dalla ong.

Con Simona Savini della campagna Agricoltura di Greenpeace Italia analizziamo i dati e ragioniamo sulla difficoltà di discutere pubblicamente di questi temi: come mai ripensare il consumo di carne è ancora un taboo? Infine, la COP27 sta affrontando il tema?

8 Novembre 2022

Il 4 novembre alcuni attivisti di Ultima Generazione hanno gettato della zuppa di piselli su un quadro di Van Gogh in mostra a Palazzo Bonaparte a Roma, un gesto simile a quelli portati avanti in altre città europee da attivisti climatici.

Anche in questo caso, il dipinto non è stato danneggiato, ma il gesto ha l’obiettivo di attirare con forza l’attenzione sulla gravità della crisi climatica.

Ne abbiamo parlato con Beatrice, attivista di Ultima Generazione, con la quale abbiamo ragionato anche sulla COP27 in corso in Egitto.

8 Novembre 2022

In queste settimane si tiene in Egitto la COP27, conferenza internazionale che, sotto l’egida dell’ONU, riunisce i rappresentanti dei paesi di tutto il mondo con l’obiettivo di mettere in piedi politiche globali per contrastare la crisi climatica.

Man mano che si esaurisce il tempo a disposizione per agire in modo efficace, aumenta anche la frustrazione nei confronti della conferenza, che puntualmente si conclude con decisioni molto più modeste di quelle indicate dal mondo scientifico per risolvere davvero il problema.

Abbiamo chiesto all’attivista di Fridays For Future Marta Maroglio quale sia l’aspettativa del movimento per la conferenza di quest’anno, ma ne approfittiamo anche per farci raccontare la manifestazione a cui gli attivisti hanno preso parte a Napoli il cinque novembre, assieme (tra gli altri) al collettivo di fabbrica GKN.

4 Novembre 2022

Domenica 6 novembre parte la ventisettesima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP27), ospitata dall’Egitto. Rappresentanti e delegati da tutto il mondo si riuniranno per discutere e dare seguito alle politiche internazionali sul clima, per contrastare l’aumento di temperature globali.

Ne parliamo con Jacopo Bencini di Italian Climate Network, col quale cerchiamo di capire quale sia il contesto della conferenza di quest’anno.

Negli scorsi mesi ha preso particolarmente piede un concetto, che si pensa possa agitare i lavori della conferenza: si parla di loss and damage (perdita e danni), che va a riassumere la richiesta da parte delle zone del mondo a basso reddito di ricevere fondi da quelle più ricche per l’adattamento alla crisi climatica e la ricostruzione dopo gli eventi meteorologici estremi. Non è soltanto una questione di disparità economica: gli stati più ricchi sono quelli maggiormente responsabili delle emissioni di gas serra che mettono in ginocchio paesi molto meno inquinanti. La richiesta verrà finalmente ascoltata?

Ragioniamo anche su un tema difficile da sciogliere in questo momento: la crisi generata dalla guerra in Ucraina accelererà o fermerà i progressi verso la decarbonizzazione? Sullòa carta, mai come ora dovremmo abbracciare le energie rinnovabili (più convenienti da ogni punto di vista), ma la prima reazione è stata invece quella di fare marcia indietro rispetto a molte politiche di transizione, riaprendo centrali a carbone e cercando nuovo gas.

Infine, ci chiediamo se le COP siano davvero lo strumento adatto per la missione immane ed urgente della lotta alla crisi climatica. Secondo Bencini, l’ONU è uno strumento imperfetto, ma è il migliore a disposizione.