L’esperienza personale o i sondaggi, sempre più spesso ricordano che non è raro affrontare, nel corso della vita, delle difficoltà, momenti di tristezza, se non vera e propria depressione, fatica nel ritrovarsi parte della società e delle sue dinamiche. A volte il mondo e i suoi impegni sembrano semplicemente troppo. Chi si ammala ha bisogno di tempo per ritrovarsi, dare un senso alla propria malattia, esporla al di fuori di sé, guardarla oggettivamente e trovare il modo di gestirla.

Il percorso di chi affronta una grave malattia psichiatrica è molto complesso; è un viaggio nei luoghi più impervi e spaventosi dentro di sé, dal quale si cerca di tornare per approdare a rive sicure, dove un appoggio, un riferimento e un aiuto si possono sempre trovare.

Chi arriva a queste rive ha alle spalle un un percorso faticoso che ha richiesto molte energie, altre ce ne vorranno per rimanere ancorati a terra, ma per riprendere il cammino si ha bisogno di alcune cose: una direzione, una bussola per orientarsi, il necessario per camminare a lungo. Insomma, c’è bisogno di strumenti.

Il viaggio del ritorno ha un archetipo nella letteratura greca: Ulisse, eroe che combatte nella guerra di Troia, intraprende un viaggio che lo porterà in vari luoghi dell’area mediterranea, passerà molti anni in viaggio prima di approdare di nuovo a casa, sulla sua isola, Itaca.

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