Una squadra di ricercatori dell’Università di Padova e dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche di Bologna ha realizzato una ricerca pubblicata su Nature Climate Change dedicata alla durata del manto nevoso degli ultimi secoli sulle Alpi meridionali.
Con Marco Carrer, ecologo forestale dell’Università di Padova e primo autore, abbiamo esplorato i dettagli dello studio. Innanzitutto, com’è stato possibile calcolare i giorni di copertura dei manti nevosi in secoli così lontani da noi? Con un alleato imprevedibile: il ginepro. Carrer ci ha spiegato che non solo è un arbusto diffuso in modo capillare in Europa, ma dà anche la possibilità di guardare al passato analizzando i cerchi di accrescimento del suo tronco, i quali risentono dalla copertura di neve nei mesi invernali.
Così, è emerso che tra il 1400 e il 1800 non sono stati notati cambiamenti significativi rispetto ai giorni in cui le piante sono state coperte dalla neve ogni anno. Solo negli ultimi 100 anni, e ancora più dei decenni recenti, si nota invece una riduzione notevole: in questo momento vediamo, in media, circa un mese in meno di copertura nevosa sui territori studiati rispetto a ciò che accadeva in passato. Impossibile non sovrapporre queste tempistiche con quelle degli effetti della crisi climatica.
Carrer ci spiega a cambiare non sono state, in modo significativo, le precipitazioni, se si escludono gli ultimissimi anni. Per buona parte del periodo studiato, in sostanza, la caduta di neve è stata stabile. A cambiare sono soprattutto le temperature, che fanno sciogliere sempre più in fretta la neve dalle montagne.
Ora i ricercatori sperano di ottenere le risorse per espandere lo studio e realizzare un’analisi più dettagliata.