Dieci anni fa, il 24 aprile 2013, crollava il Rana Plaza, un complesso commerciale di otto piani a Dacca, in Bangladesh. Si contarono 1.134 vittime e 2.500 persone ferite, in gran parte legate alla produzione tessile. Molti dei tessuti lavorati in Bangladesh sono utilizzati per capi esportati all’estero, soprattutto per catene fast fashion attive in Europa e negli Stati Uniti.
Il terribile incidente smosse la consapevolezza sull’origine dei capi che indossiamo e sulla filiera legata ai nostri acquisti, tanto da spingere molte aziende del settore ad impegnarsi per migliorare le condizioni lavorative dei propri dipendenti all’estero.
Rimane però molto difficile monitorare l’effettività di queste promesse e per questo ne parliamo oggi con Barbara Antonelli, responsabile comunicazione di ActionAid, organizzazione che ha seguito negli anni le persone sopravvissute al crollo, un monitoraggio dal quale è emerso uno studio redatto da ActionAid Bangladesh.