Nella giornata di lunedì 31 marzo il Tribunale di Torino ha emesso la sentenza di primo grado nei confronti delle 28 persone attiviste del centro sociale Askatasuna di Torino e del Movimento No Tav. Il verdetto dei giudici è arrivato dopo circa quattro ore di camera di consiglio. La sentenza ha visto l’assoluzione dall’accusa di associazione a delinquere, che riguardava 16 degli imputati, mentre sono state comminate 18 condanne e 10 assoluzioni che, a vario titolo, riguardavano l’accusa di estorsione, rapina, sequestro di persona, violenza privata, resistenza a pubblico ufficiale, incendio e danneggiamento. Le condanne più pesanti sono state inflitte agli attivisti Umberto Raviola (4 anni e 9 mesi) e Giorgio Rossetto (3 anni e 4 mesi). L’inchiesta da cui è partito il procedimento aveva documentato il ruolo dei militanti di Askatasuna nei numerosi scontri con le forze dell’ordine a Torino e al cantiere della Tav in val di Susa, fino al 2022. Secondo l’accusa gli attivisti non avrebbero solo partecipato alle violenze, ma le avrebbero coordinate e promosse. Gran parte delle contestazioni si basa sulle intercettazioni telefoniche e ambientali delle conversazioni tra gli imputati.
Ai nsotri microfoni il commento di Roberto Lamacchia, presidente di Giuristi Democratici e tra gli avvocati degli imputati