«La vita senza musica è un errore».
La homepage del sito godblesscomputers.com si apre con questa frase celeberrima pronunciata dal filosofo tedesco Friedrich Nietzsche. Questo aforisma penso si leghi benissimo all’idea di musica di un ragazzo originario di Ravenna che vive a Bologna dopo essere passato dalla Germania e in particolare da Berlino, città da cui ha preso il via, nel 2011, il progetto Godblesscomputers, nome dietro cui si scherma, appunto, Lorenzo Nada.
Nonostante questo scudo digitale, solo apparentemente freddo e distaccato, traspare un’umanità sonora che parte dal cuore e dalla pancia, contaminata da esperienze e da radici personali.
Questo pseudonimo così particolare rende subito chiara l’importanza dell’elettronica per lui ma dalla precisione matematica e sintetica di queste macchine, Lorenzo sembra in realtà distanziarsi evidenziando la sua sensibilità e un’anima tutt’altro che fredda e digitale.
«La mia musica è elettronica umana», così ha dichiarato in un’intervista concessa a Wired qualche giorno fa. Un’elettronica umana che da’ l’idea di una musica non così precisa e fredda come può essere quella legata ai computer: un paradosso, a mio parere fantastico, che si lega perfettamente con la proposta musicale di Lorenzo che ama ricercare i suoi suoni nella natura e nell’ambiente che lo circonda. Molte delle sonorità usate le ha registrate nei boschi e nelle strade di periferia di quella Bologna in cui vive alle quali unisce suggestioni provenienti da persone a lui molto care, come nel caso della sua nuova canzone Closer, in cui c’è la registrazione di foglie secche calpestate.
Il titolo di questo nuovo lavoro composto da dieci canzoni che ha una durata maggiore rispetto al suo acclamato esordio, Veleno, riprende una frase, Plush safe he think, che ha colpito l’immaginazione di Lorenzo: richiama un’opera di Basquiat quando ancora si faceva chiamare SAMO e andava in giro per New York scrivendo frasi enigmatiche sui muri di SoHo. In realtà ciò che ha influenzato maggiormente la formazione dell’artista emiliano è l’Hip Hop, il Soul e l’RnB, proprio la colonna sonora di Basquiat negli anni in cui questo controverso artista afroamericano iniziava a muovere i primi passi.
La mancanza di stabilità e di sicurezza non danno la possibilità di fermarsi troppo a pensare e diventano un requisito fondamentale per creare, un contrasto tra la ricerca di sicurezza e controllo e la presa di coscienza dell’impossibilità della cosa.
Questo sembra dirci Godblesscomputers da dietro il suo schermo.
Plush and Safe è un disco molto autobiografico che riflette il periodo complesso che Lorenzo ha vissuto in questo ultimo anno che ha preceduto la pubblicazione di questo suo secondo lavoro.
L’uomo immerso nella giungla di Veleno ha lasciato il passo a quello più malinconico e riflessivo legato sia alle suggestioni di Fernando Pessoa e di Emil Cioran che ai suoni di una città, Bologna, che forse, come molte altre grandi città del nostro tempo, non è così distante dal concetto di giungla.
Dopo aver girato diversi locali in Europa nella tournée di supporto a Veleno, il 16 maggio Lorenzo partirà dallo Spring Attitude Festival di Roma con un nuovo tour che toccherà diverse città italiane ed europee, tra cui Torino il prossimo 4 luglio nell’ambito del Flowers Festival.
Dopo aver ospitato lo scorso gennaio un altro musicista della nuova scena elettronica italiana come il DJ e produttore salentino Populous, è un piacere per me proporre a Moon Safari la musica di Godblesscomputers che parte dal Soul e dall’RnB reinterpretando questi generi con le sue macchine rendendole così umane e terrene da essere la colonna sonora ideale per la notte e per i fragili sogni che l’accompagnano.
Stasera alle 23 oltre al brano Closer che anticipa l’uscita di Plush and Safe, in scaletta ci saranno alcuni brani tratti da Veleno ma anche una canzone inedita; poi lasciarò lo spazio al DJSet di questo promettente e interessante musicista che fa dell’elettronica lo strumento ideale per esprimere la sua umanità.