Parliamo di Emily Dickinson, ritenuta la più grande poetessa del 1800.
Studia da autodidatta, si appassiona molto giovane alla poesia, molto discreta, non si sposerà mai né diventerà un’insegnante, come la società del periodo avrebbe voluto.
Verso i venticinque anni si ritira a vita solitaria, nella sua camera della casa di Amrherst nel Massachusetts.
Le sue poesie, che scrive di notte e nasconde agli occhi dei familiari, sono un cammino di crescita spirituale e di analisi del senso della vita.
Intrattiene poche, ma intime e sincere, relazioni epistolari con amici lontani. Narra dell’amore, della natura, della sensibilità umana nei suoi scritti.
“Dove tu sei, quella, è casa”.
Nella seconda parte della puntata parliamo invece dell’antropologa Margareth Mead, che si dedicò in particolare allo studio dello sviluppo di adolescenti in luoghi lontani dalla società americana. In particolare si recò sull’isola samoana di Ta’ū.