Per mezzo suo ci viene perdonato il peccato e donata la vita. O Dio quali grandi doni riceveremo nei cieli!
Martin Jentzsch
I testi
12 Poiché le nostre trasgressioni si sono moltiplicate davanti a te e i nostri peccati testimoniano contro di noi, perché le nostre trasgressioni ci stanno davanti e le nostre colpe le conosciamo: 13 ribellandoci e rinnegando l’Eterno, ritraendoci dal seguire il nostro DIO, parlando di oppressione e di rivolta, concedendo e sussurrando in cuore parole di menzogna.
Isaia 59,12.13
9 Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità.
1 Giovanni 1,9
2 Samuele 11, 1-27
1 Con l’inizio del nuovo anno, nel tempo in cui i re vanno a combattere, Davide mandò Joab con i suoi servi e con tutto Israele a devastare il paese dei figli di Ammon e ad assediare Rabbah; ma Davide rimase a Gerusalemme. 2 Una sera Davide si alzò dal suo letto e si mise a passeggiare sulla terrazza della reggia. Dalla terrazza vide una donna che faceva il bagno; e la donna era bellissima. 3 Così Davide mandò a chiedere informazioni sulla donna; e gli fu detto: «È Bath-Sceba, figlia di Eliam, moglie di Uriah, lo Hitteo». 4 Davide mandò messaggeri a prenderla; così essa venne da lui ed egli si coricò con lei; poi ella si purificò della sua impurità e ritornò a casa sua. 5 La donna rimase incinta e lo mandò a dire a Davide, dicendo: «Sono incinta». 6 Allora Davide mandò a dire a Joab: «Mandami Uriah, lo Hitteo». E Joab mandò Uriah da Davide. 7 Quando Uriah giunse da lui, Davide gli chiese sullo stato di salute di Joab e del popolo, e come andasse la guerra. 8 Poi Davide disse a Uriah: «Scendi a casa tua e lavati i piedi». Uriah uscì dalla casa del re seguito da un dono da parte del re. 9 Ma Uriah dormì alla porta della casa del re con tutti i servi del suo signore e non scese a casa sua. 10 Quando informarono Davide della cosa e gli dissero: «Uriah non è sceso a casa sua», Davide disse a Uriah: «Non vieni forse da un viaggio? Perché dunque non sei sceso a casa tua?». 11 Uriah rispose a Davide: «L’arca, Israele e Giuda abitano in tende, il mio signore Joab e i servi del mio signore sono accampati in aperta campagna. Come potrei io entrare in casa mia per mangiare e bere e per coricarmi con mia moglie? Com’è vero che tu vivi e che vive l’anima tua, io non farò questa cosa!». 12 Allora Davide disse a Uriah: «Rimani qui anche oggi e domani ti lascerò partire». Così Uriah rimase a Gerusalemme quel giorno e il giorno seguente. 13 Davide lo invitò quindi a mangiare e a bere insieme a lui e lo fece ubriacare. Ma la sera Uriah uscì per andare sul suo giaciglio con i servi del suo signore e non scese a casa sua. 14 La mattina dopo, Davide scrisse una lettera a Joab e gliela mandò per mano di Uriah. 15 Nella lettera aveva scritto così: «Ponete Uriah in prima linea, dove la battaglia è più aspra, poi ritiratevi da lui, perché resti colpito e muoia». 16 Mentre assediava la città, Joab pose Uriah nel luogo dove sapeva che vi erano uomini valorosi. 17 Gli abitanti della città fecero una sortita e attaccarono Joab; alcuni dei servi di Davide caddero, e morì anche Uriah lo Hitteo. 18 Allora Joab mandò a riferire a Davide tutti gli avvenimenti della guerra, 19 e diede al messaggero quest’ordine: «Quando avrai finito di raccontare al re tutti gli avvenimenti della guerra, 20 se il re andasse in collera e ti dicesse “Perché vi siete avvicinati alla città per combattere? Non sapevate che avrebbero tirato dall’alto delle mura? 21 Chi uccise Abimelek, figlio di Jerubbesceth? Non fu una donna che gli gettò addosso un pezzo di macina dalle mura, e così egli morì a Thebets? Perché vi siete avvicinati alle mura?”, allora tu dirai: “È morto anche il tuo servo Uriah lo Hitteo”». 22 Il messaggero dunque partì e, quando giunse, riferì a Davide tutto ciò che Joab lo aveva mandato a dire. 23 Il messaggero disse a Davide: «I nemici ebbero la meglio su di noi e fecero una sortita contro di noi in campo aperto, ma noi li respingemmo fino all’ingresso della porta; 24 allora gli arcieri tirarono sui tuoi servi dall’alto delle mura e alcuni dei servi del re sono morti, ed è morto anche il tuo servo Uriah lo Hitteo». 25 Allora Davide disse al messaggero: «Dirai così a Joab: “Non ti addolori questa cosa, perché la spada divora or l’uno or l’altro; combatti con maggior forza contro la città e distruggila”. E tu fagli coraggio». 26 Quando la moglie di Uriah udì che Uriah suo marito era morto, fece cordoglio per suo marito. 27 Terminato il lutto, Davide la mandò a prendere e l’accolse in casa sua. Ella divenne sua moglie e gli partorì un figlio. Ma ciò che Davide aveva fatto dispiacque all’Eterno.
Le letture di oggi sono a cura di Laura Pons e Paolo Rovara.