Torniamo sul prezioso lavoro di inchiesta di IrpiMedia per occuparci di una serie che procede ormai dal 2021: Life is a game, che esplora il complesso mondo dei rider, i fattorini che consegnano cibo a domicilio, e ciò che li circonda. Ne parliamo con Laura Carrer, che si è occupata dell’inchiesta.
Se di rider si è parlato spesso in passato (sebbene il tema sia ormai assente da tempo dalle prime pagine) lo si è fatto per seguire le difficoltà lavorative dei fattorini, impiegati da piattaforme che li considerano lavoratori autonomi, sebbene questa autonomia nasconda condizioni precarie e assenza di tutele. In questi anni i rider si sono organizzati per fare pressioni e chiedere le garanzie del lavoro dipendente.
Carrer ribadisce che questo è uno dei punti centrali del discorso, ma aggiunge che l’obiettivo del lavoro di indagine intende allargare la questione per guardarla nel suo complesso e comprendere davvero il processo con cui i lavoratori si trovano all’interno di un gioco basato su velocità ed efficienza. Tutto si muove a partire dalle modalità inedite dalle quali muove i propri passi questo settore: al centro c’è l’utilizzo di applicazioni da smartphone, che permette ad aziende tecnologiche di impegare fattorini in modo estremamente semplice e libero da burocrazia. La novità è tale, spiega Carrer, che anche i sindacati fanno fatica a cogliere le istanze dei rider.