A dicembre gli Emirati Arabi Uniti hanno ospitato la ventottesima conferenza delle parti sul clima, un summit internazionale che, sotto l’egida dell’ONU, punta a trovare un consenso globale rispetto alla politica sul clima e tutto ciò che vi ruota attorno.
Le aspettative per quest’anno erano molto basse, non solo perché gli Emirati sono uno dei principali paesi produttori di combustibili fossili (maggiori responsabili del cambiamento climatico), ma perché a presiedere l’evento era stato scelto proprio l’ad dell’azienda di idrocarburi statale, Sultan Al-Jaber.
Eppure la COP28 si è conclusa con qualche risultato sorprendente: l’istituzione del Fondo Perdite e Danni, con la prima (modestissima) iniezione di fondi, e soprattutto la prima menzione nella storia delle COP della necessità di abbandonare l’uso di combustibili fossili, sebbene l’intento sia definito con un’acrobazia linguistica che toglie molta della concretezza necessaria.
Ne parliamo con Marirosa Iannelli di Italian Climate Network.