Negli studi di RBE abbiamo incontrato Alessandro Casalis e Loris Fionda per scoprire il progetto divulgativo realizzato in collaborazione con AIDO Piemonte
Nella puntata di Café Bleu in onda lunedì 14 aprile abbiamo incontrato il cantautore pinerolese Alessandro Casalis e Loris Fionda della Limo Comunicazione per scoprire L’Amico che non conosco, un progetto divulgativo che attraverso il linguaggio della musica racconta la donazione degli organi.
“Avevo una malattia autoimmune al fegato per cui ho dovuto affrontare un trapianto. Da quel momento è cambiato un po’ tutto, per me e per le persone accanto a me. In passato donavo il sangue, da quando ho ricevuto il trapianto del fegato mi sono reso conto che non si parla con chiarezza di donazione organi”, ha spiegato Alessandro Casalis in diretta su RBE.
Su come si comunica questo tema, oggi, nel nostro paese, Fionda ha risposto così. “Ci sono ancora troppe persone che hanno paura di affrontare questo discorso. Spesso si preferisce non decidere e non voler ascoltare il tema. Quello che vogliamo fare con L’Amico che non conosco insieme a AIDO Piemonte è sensibilizzare sulla donazione senza dare un giudizio sul tema, cercando semplicemente di far conoscere l’argomento. Solo conoscendo il tema si può prendere una decisione più consapevole e ponderata, sopratutto per non costringere le persone a noi vicine a dover prendere una decisione per noi”.
Perché nel 2025 donare gli organi continua a essere una decisione difficile? “Secondo me il dato legato alle opposizioni è causato dal mancato approccio su questo argomento da parte di molte persone. Si tratta di un tema importante per molte ragioni. Banalmente, anche solo nel momento in cui andiamo a rinnovare la carta d’identità ci viene chiesto se vogliamo donare i nostri organi. Quello che è vogliamo portare alla luce con L’Amico che non conosco è che la donazione ha un impatto sociale importante. Trovo sia giusto che chiunque di noi abbia una propria posizione, perché prima o poi ci verrà chiesto cosa ne pensiamo. Solo con la consapevolezza potremo decidere se salvare sette vite o opporci alla donazione. L’importante è avere un’idea sul tema della donazione organi”, ha raccontato Casalis.
Come è stato sottolineato da Il Post, nei primi tre mesi del 2025 il 40% di un milione di persone che in Italia hanno rinnovato la carta d’identità si è opposto alla donazione degli organi. Complessivamente, nel 2024, oltre due milioni di persone hanno dato consenso alla donazione, mentre più della metà di questa cifra ha negato l’autorizzazione all’espianto. Nel podcast disponibile all’inizio dell’articolo, ma anche su Spreaker e su Spotify, raccontiamo alcuni dati forniti dal Centro Nazionale Trapianti. Lo scorso anno 1730 persone hanno donato i loro organi permettendo oltre 4600 trapianti.
Casalis ha concluso il talk su RBE con una riflessione. “Quando una persona pensa alla donazione organi si immagina sempre quello che dona. Cosa ne penso della donazione di organi se domani dovessi donare? In realtà la domanda dovrebbe essere: se dovessi conoscere qualcuno che ha bisogno di organi, o se quella persona dovessi essere io, come mi comporterei?”