Non c’è nemmeno un comune piemontese sul podio della classifica dei maggiori produttori pro capite di energie rinnovabili, come riportato nel report di Legambiente Comuni Rinnovabili 2025 e il Piemonte è in ritardo sul raggiungimento degli obiettivi al 2030 posti dal decreto Aree idonee, ovvero 5mila MWh di energia in più da fonti sostenibili, rispetto alle quasi 6mila che già produciamo ogni anno. Il Piemonte è al 30% del percorso e si colloca al quinto posto in Italia. Le fonti più diffuse sono nell’ordine idroelettrico, fotovoltaico, bioenergie ed eolico, mentre è praticamente assente il geotermico. La buona notizia arriva da casi isolati: su dieci comuni che eccellono per buone pratiche, 4 sono piemontesi: si tratta di Barone e Baveno, a buon punto nell’efficentare tutti gli edifici di proprietà comunale. A Piverone la Società Agricola Bagnod primeggia nella produzione di biogas. E poi c’è il caso di San Giorgio Canavese con l’impianto fotovoltaico installato da Cva, Compagnia valdostana delle acque, nella ex cava Toppetti.
Il commento di Alice De Marco, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta