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Lo slogan di decrescita ci obbliga a capire che l’economia non cresce e non si sviluppa come gli organismi, né può farlo all’infinito (ascolta la prima parte). In questa seconda parte dell’intervista, Latouche evidenzia come la dimensione dell’infinito possa essere recuperata solo nella dimensione spirituale che Latouche rivendica a patto che sia laica e non religiosa. L’illimitatezza dei pubblicitari crea invece sempre più bisogni e sempre più illimitati perché “un popolo felice consuma poco”. Come Lasch e Orwell, Latouche si definisce rivoluzionario conservatore perché i modernisti hanno distrutto il sistema tradizionale di educazione, mentre la cultura classica permetteva di costruire la personalità dei giovani. Le critiche di Gandhi e Illich al sistema di istruzione occidentale non sono state recepite: la scuola è importante ma la formazione dei giovani non tocca solo alla scuola ma anche alle famiglie e alla società, il problema è che lo stato si è sostituito alle famiglie. Per Latouche “la pedagogia della decrescita nel senso stretto non ha molto senso, perché la decrescita è un progetto di società, la pedagogia ha per oggetto la creazione di personalità autonome, tocca poi a queste personalità partecipare alla trasformazione della società felice e sostenibile“.
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FONTI CITATE NELL’INTERVISTA:
I dati sulla concentrazione della ricchezza nella globalizzazione sono tratti da OXFAM, Working for the Few, 20/1/2014
Ivan ILLICH: Deschooling Society (1971); trad. it. Descolarizzare la società. Una società senza scuola è possibile?, Milano: Mondadori, 1972; sulla istituzionalizzazione della religione del medesimo autore: The Rivers North of the Future – The Testament of Ivan Illich as told to David Cayley (2005); trad. it. I fiumi a nord del futuro. Testamento raccolto da David Cayley, Verbarium, Quodlibet 2009; si veda anche, una versione ridotta della medesima conversazione: Pervertimento del Cristianesimo. Conversazioni con David Cayley su vangelo chiesa e modernità, Verbarium, Quodlibet 2008
Alex Zanotelli, Soldi e Vangelo, Bologna: EMI Editrice Missionaria Italiana, 2013
Fabrizio Manuel Sirignano, Pedagogia della decrescita. L’educazione sfida la globalizzazione, Milano: Franco Angeli, 2012
Jean-Louis Aillon, La decrescita, i giovani e l’utopia. Comprendere le origini del disagio per riappropriarci del nostro futuro, Edizioni per la decrescita felice, 2012
Francesco Totaro, Assoluto e relativo: l’essere e il suo accadere per noi, Milano: Vita e Pensiero, 2013
SERGE LATOUCHE:
Serge Latouche è obbiettore di crescita. È tra gli avversari più noti dell’occidentalizzazione del pianeta e sostenitore della decrescita conviviale. Promotore della Revue du MAUSS, presidente dell’associazione «La ligne d’horizon», professore emerito di Scienze economiche all’Università di Parigi XI. Conosciuto per i suoi lavori di critica del pensiero economico attraverso i contributi della psicologia, dell’antropologia, Serge Latouche critica il concetto di economia, di sviluppo e di crescita con un pensiero filosofico originale che risente degli apporti dei suoi principali maestri: Illich, Mauss, Castoriadis, Ellul, Arendt.
Tra le sue opere:
L’occidentalizzazione del mondo. Saggio sul significato, la portata e i limiti dell’uniformazione planetaria, Torino, Bollati Boringhieri, 1992.
Il pianeta dei naufraghi. Saggio sul doposviluppo, Torino, Bollati Boringhieri, 1993
La scommessa della decrescita, Milano, Feltrinelli, 2007
Breve trattato sulla decrescita serena, Torino, Bollati Boringhieri, 2008
Limite, Torino, Bollati Boringhieri, 2012.
Incontri di un obiettore di crescita, Milano, Jaca Book, 2013
Usa e getta. Le follie dell’obsolescenza programmata, Torino, Bollati Boringhieri, 2013