Inizio dal principio che poi è Il mio punto di partenza: non sto ancora parlando del nuovo lavoro degli Africa Unite bensì di come li ho conosciuti musicalmente diciotto anni fa.

Nel 1997, sull’onda emotiva della lettura del romanzo di Giuseppe Culicchia, Tutti giù per terra, vado a vederne la versione cinematografica realizzata da Davide Ferrario, per intenderci quella ambientata a Torino con protagonista un attore romano che più romano non si può, Valerio Mastandrea.

Ciò che mi colpì maggiormente, a parte l’immedesimazione con il personaggio principale perché all’epoca ero in pieno anno di Servizio Civile come Obiettore di Coscienza, fu la colonna sonora di cui conservo ancora la versione in audiocassetta originale.

Una tracklist di tutto rispetto faceva bella mostra di sé in copertina a fianco al protagonista romano-torinese del film: c’erano nomi del calibro dei CCCP, della loro evoluzione, cioè dei CSI, ma anche dei Marlene Kuntz, degli Ustmamò, dei Lou Dalfin e last but not least degli Africa Unite che proposero Subacqueo, un brano del disco Un sole che brucia che fu definito dalla rivista Rolling Stone Italia come uno dei cento dischi italiani più belli di sempre; c’era anche Madaski protagonista di un medley molto interessante realizzato con la sua Durdadabé insieme a Spara Jurji dei CCCP.

Da quella cassetta è partita la mia ricerca di dischi in vinile di questa band a cui sono seguiti i primi concerti che fin da subito mi colpirono per la loro coinvolgente natura Live. Li ho seguiti un po’ ovunque, spinto da quel turismo musicale che mi ha portato a Genova, a Milano ma anche nel bel mezzo delle nebbie di Ponderano in provincia di Biella nel mitico Babylonia (mai nome di un locale fu più azzeccato per gli Africa!) fino in quel di Trezzo d’Adda dove Bunna, Mada e la loro band suoneranno l’8 maggio in una delle tre date di presentazione del loro nuovo disco.

“La musica per noi è roba che rimane, scalda e suggerisce“, così inizia a cantare Bunna nel brano intitolato Pure Music Today, prima delle undici tracce realizzate in collaborazione con tanti artisti tra cui gli Architorti, quintetto con cui gli Africa hanno lavorato più volte in passato, per esempio in una bella edizione torinese di Settembre Musica del 2003; il quintetto pinerolese compare nel featuring di Attacco alla corda, che è la versione per archi di Attacco al tasto, ma anche di Cyclop, un brano sperimentale che unisce magistralmente generi così apparentemente distanti come il reggae, il dub, l’elettronica e la musica classica. Insomma, la sintesi dell’Africa Unite Style.

Il punto di partenza è un lavoro con cui gli Africa si rimettono in gioco proponendo il free download del loro disco, un’interessante contaminazione musicale che va oltre il reggae ma anche interessanti riflessioni su ciò che ci circonda come i social network, basti pensare al loro primo singolo il cui video su YouTube ha superato in soli due giorni  dalla pubblicazione oltre 11000 visualizzazioni e le 2000 condivisioni.

A distanza di quasi un anno, stanotte in diretta alle 23, Madaski torna a Moon Safari (potete riascoltare quella trasmissione cliccando qui: https://soundcloud.com/moonsafari_rbe/moon-safari-radioevent-5 ): parleremo degli Africa Unite e della loro attività di veri e propri artigiani della musica e di come abbiano cercato un nuovo Punto di Partenza a distanza di 34 anni dal loro debutto.

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Il punto di partenza è uscito il 21 aprile: ne ha parlato anche Diego Meggiolaro nel suo articolo che potete trovare qui sul sito della radio:https://rbe.it/news/2015/04/20/lintervista-doppia-agli-africa-unite/ ma anche sul nostro portale Riforma.it, http://riforma.it/it/articolo/2015/04/20/video-lintervista-doppia-agli-africa-unite

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