La puntata di oggi è dedicata al “costume valdese”: un abito che, nell’arco dei secoli, ha assunto una precisa identità, ha subito codifiche, ma che mantiene stretto il legame con la parola “libertà”.
Ospite della puntata di Voce delle Chiese la pastora valdese Erika Tomassone. Con lei cerchiamo di ripercorrere a ritroso i secoli, per arrivare ad alcuni momenti storici in cui l’abito che veniva comunemente usato alle Valli Valdesi assunse connotazioni particolari.
Un abito composto da un lungo abito (o da gonna e camicetta, in altri tempi e luoghi), un comodo grembiule, un caldo scialle, una cuffietta per tenere coperti i capelli. Identitario non solo della cultura dell’arco alpino, ma anche della chiesa valdese.
Che significato assume ancora oggi e perché lo indossiamo?
Quali aspetti contraddistinguono le sue componenti e che significati hanno?
Un abito che, come ci dice Erika, diventa “identitario si, ma sempre abbinato al concetto di libertà. Un abito “parlante”, da reinterpretare in ogni tempo”.
La Fondazione Centro Culturale Valdese ha condotto una lunga indagine qualche anno fa su questo tema. Le ricerche sono sfociate in una mostra che è stata esposta a Torre Pellice, a Pinerolo e a Giaveno. Insieme alla mostra anche l’opuscolo “Un patrimonio femminile: abiti e costumi al Museo valdese tra documenti e immagini”.
Guarda anche il video sul costume valdese che VibesVideo ha prodotto con Radio Beckwith.