Il convengo della diaconia valdese di sabato 9 marzo a Firenze ha analizzato la parola “casa” e i significati che porta con sé, compreso anche l’ambito comunitario.
Abitare il territorio e vivere la comunità. Il tema è stato affrontato, nei lavori mattutini, in cinque sottogruppi: domiciliarità; cosa fa casa; microaccoglienza; abitare ecologico; housing sociale.
La casa può essere affrontata da vari punti di vista, non solo guardando il nostro concetto personale, ma anche facendo riferimento a come si inserisce nell’ambiente e nel territorio.
Stanno nascendo modelli di “abitazioni aiutate” per persone che attraversano un periodo difficile. Della casa si valorizzano anche gli aspetti della vita comune: gli stranieri che vengono in Italia vengono accolti in piccoli nuclei. Questo aiuta l’autonomia, favorisce l’inserimento e crea rete di collaborazioni.
La casa può essere anche un laboratorio in cui si pongono le prospettive per una tutela per l’ambiente, ed è un luogo dove si spera di poter rimanere più a lungo possibile, anche in condizioni di salute precaria o difficoltà di movimento.
Nel pomeriggio infine si è svolta una tavola rotonda con la partecipazione di Cristina Arcidiacono, pastora battista segretaria del dipartimento di Teologia UCEBI; Sabrina Tosi Cambini, antropologa Università di Firenze; Ugo Biggeri, presidente Banca Etica e membro associazione CASE; Marco Landucci, del progetto BuonAbitare Pistoia