Si parte da una parola, che nelle valli occitane viene usata come insulto, per definire una persona infida. Una parola che è però anche una traccia storica, il primo di molti passi che hanno portato Fredo Valla a percorrere a ritroso una strada che attraversa l’Europa medioevale. La parola Bogre.

Bogre è il titolo del film-documentario, finanziato con un crowdfunding nel 2017, con cui il regista torna dopo secoli sulle tracce di catari e bogomili, tra Bulgaria, Bosnia, Italia e Francia. Un’opera che racconta i fili della grande eresia europea (questo è il sottotitolo) che attraversò il continente otto secoli fa, attraverso documenti e interviste a cavallo dell’Europa di oggi.

«Un film su catari e bogomili è infilmabile» premette Valla, perché esistono alcuni documenti, ma non statue, simboli, chiese e in generale non ci sono immagini e repertorio. E tuttavia il film si sviluppa anche a partire da questa sfida e prende forma attraverso una serie di scelte che catalizzano l’attenzione del pubblico: dagli interventi di Giovanni Lindo Ferretti e Olivier de Robert alla scelta del regista di entrare egli stesso nel film, «visitare con gli occhi miei di oggi i luoghi che i catari e i bogomili avevano visto otto-dieci secoli fa, mettendo in scena il film nel suo farsi».

Il risultato è un film di oltre tre ore che nonostante il passo posato e riflessivo, scorre agile come un corso d’acqua, trasportando lo spettatore all’interno di una scelta stilistica ibrida: «un linguaggio cinematografico per un documentario storico» racconta Valla.

Dopo la prima italiana a Torino, il film procederà a passi svelti con numerose proiezioni in programma (le trovate sulla loro pagina Facebook).


L’intervista a Fredo Valla



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