In questi giorni ha nevicato e piovuto molto in Piemonte. Vuol dire che la siccità è da dimenticare?
Nient’affatto, ci spiega Daniele Cat Berro di Nimbus, il Sito ufficiale della Società Meteorologica Italiana (SMI). Bisogna stare attenti a non confondere il meteo e il clima: il primo riguarda le condizioni puntuali, nell’ambito di pochi giorni; il secondo etichetta la situazione pluridecennali, mettendo insieme i dati a lungo termine.
In realtà, anche guardando a questo singolo inverno si nota che la neve appena caduta non incide in modo significativo sulla copertura nevosa dell’arco alpino, che ora è di circa la metà rispetto al solito. Localmente (specie nel cuneese) è stata una nevicata abbondante, sufficiente a far tirare una boccata di ossigeno, “ma a livello di bacino padano la situazione è lontana dall’essere risolta” dice Cat Berro. “Febbraio ha visto un record minimo di portata media mensile del Po”. Diverso il caso per altre zone d’Italia, con piogge in questi mesi a tratti troppo abbondanti (ricordiamo la frana di Ischia), o nevicate sull’Appennino tirrenico.
E nei prossimi anni dovremo aspettarci sempre maggiori siccità: lo dicono tutte le previsioni climatiche, conferma Cat Berro. I modelli indicano che in alcuni inverni potrebbe arrivare molta acqua, ma poca neve, che si scioglierebbe rapidamente in primavera lasciando spazio ad estate spesso molto asciutte. Nel frattempo dovremo anche fare i conti con l’aumento delle temperature, che asciugano più rapidamente il terreno facendo evaporare l’umidità.
“Avendo la fortuna di sapere con ragionevole probabilità queste informazioni, dobbiamo prepararci” conclude Cat Berro. Come? Sprecando meno acqua, con l’intervento sui sistemi idrici malmessi. E poi creare invasi e strutture per immagazzinare acqua, anche di media e piccola taglia, per non rischiare di rimanere del tutto all’asciutto.