Sono passati solo cinque anni da quando l’allora studentessa Greta Thunberg iniziò a scioperare di fronte al parlamento svedese per chiedere che le istituzioni prendessero le decisioni necessarie ad accelerare la transizione energetica ed abbandonare il sistema economico che alimenta la crisi climatica.
Da quella protesta sarebbe sorto il movimento Fridays For Future, nuovo movimento globale legato alla crisi climatica, che riempì piazze e strade di tutto il mondo finché la pandemia da Covid-19 non rese impossibili i cortei affollati. Ma il movimento non si è fermato, anzi, è cresciuto. Si sono aggiunti altri gruppi, come Extinction Rebellion, nato poco prima degli scioperi di Thunberg e orientato ad un modo diverso di manifestare, oppure realtà come Ultima Generazione e Just Stop Oil, salite più di recente alla ribalta con azioni di disturbo della quiete pubblica e imbrattamento (temporaneo) di monumenti.
Soprattutto, si è evoluto il discorso degli attivisti. Le istanze ambientali si sono ben presto fuse con la richiesta di giustizia sociale in senso ampio, perché la crisi climatica alimenta l’ingiustizia locale e globale e perché non possiamo passare ad un sistema meno inquinante se nel farlo passiamo sopra ai diritti umani.
La storia è estremamente complessa, i fili da tenere in considerazione numerosi ed intrecciati. Per provare a dare una visione d’insieme l’autore e giornalista Ferdinando Cotugno ha scritto Primavera ambientale – L’ultima rivoluzione per salvare la vita umana sulla Terra, che porta giovedì 11 maggio a Binaria centro commensale, via Sestriere 34, Torino, nell’ambito delle ecoletture organizzate da CinemAmbiente, in collaborazione con Casacomune.
Puoi vedere ed ascoltare qui l’intervista andata in onda su PLAY: