Nel pieno del lockdown dovuto alla pandemia da Covid-19 ci sono improvvisamente apparse sotto agli occhi numerose realtà che fino a quel momento erano rimaste in ombra; salvo poi, in molti casi, dimenticarcele assieme alla pandemia stessa.
Una di queste realtà riguardava l’agricoltura: di colpo il paese si è reso conto che molti dei prodotti che trovava sui scaffali dei supermercati erano il frutto del lavoro di braccianti provenienti spesso dall’estero, lasciati in molti casi ai margini della legalità, pagati poco e ancora meno tutelati. Un gran numero di lavoratori che da un lato facevano fatica a raggiungere il nostro paese, lasciando scoperti i campi; ma che paradossalmente, se già si trovavano qui, non potevo rispettare le misure di sicurezza, visto che spesso vivono in case molto affollate.
Fin da quei mesi IrpiMedia, assieme a partner internazionali coordinati da Lighthouse reports, ha contribuito ad un ampio lavoro d’inchiesta intitolato #InvisibleWorkers, che prosegue ancora oggi, mostrando come il fenomeno sia diffuso sia nei paesi dell’Europa Meridionale, dov’è estesa la produzione, sia in quelli a nord, dove i prodotti vengono smistati. Le responsabilità delle aziende sono molte, così come le mancanze dal lato dei controlli.
Ne abbiamo parlato con la giornalista Francesca Cicculli, che ha esplorato in particolare la raccolta dei kiwi in provincia di Latina.