Mercoledì 29 novembre alcuni attivisti di Extinction Rebellion e Fridays For Future hanno manifestato all’Oval Lingotto di Torino, dov’era in corso l’Aerospace and defence meeting: hanno appeso striscioni e si sono calati da un tetto per contestare l’investimento nel comparto bellico e la connessione tra le guerre e le crisi climatiche ed ambientali.
Nel corso della giornata, la Digos della Questura di Torino ha identificato e denunciato nove degli attivisti coinvolti, accusati di manifestazione non autorizzata, violenza privata e invasione di territorio. Per alcuni di loro, non residenti a Torino, è stato imposto anche il foglio di via.
Qualche giorno dopo con Marta Maroglio, attivista di Fridays For Future Torino e tra le persone denunciate, commentiamo l’accaduto: i movimenti accusano la tendenza ad usare un pugno molto duro nei loro confronti, sebbene le loro azioni siano sempre dichiaratamente non violente. Secondo Maroglio, diversi dei recenti capi d’accusa sono del tutto sproporzionati alle modalità dell’azione, così come i fogli di via. “Noi siami cittadini e cittadine che cerchiamo di portare un messaggio. Questa cosa secondo me è assolutamente anti-democratica”.
La risposta dura alle manifestazioni di questo tipo non è una novità, né in Italia né all’estero. Il governo ha inoltre proposto da poco un decreto legge sulla sicurezza, che tra le altre cose criminalizza il blocco del traffico, una misura che sembra creata ad hoc per colpire una delle modalità di protesta maggiormente usate dai movimenti eco-climatici.