Abbiamo voluto fare il punto a un anno dal protocollo d’intesa firmato tra i 9 comuni della val Pellice, con capofila Torre Pellice, e la Prefettura di Torino per l’accoglienza dei migranti e i progetti Sprar. L’accordo e il bando individuarono la Diaconia valdese e la cooperativa Edu-CARE come enti gestori dell’accoglienza. Per questo, siamo stati con il sindaco di Torre Pellice, Marco Cogno e Nicola Salusso, operatore della Diaconia per la sezione occupazione, tirocini e borse lavoro.
Era il 18 gennaio 2017 quando nella sala del comune di Torre Pellice, capofila del progetto, i 9 sindaci di Angrogna, Bibiana, Bobbio Pellice, Bricherasio, Luserna San Giovanni, Lusernetta, Rorà, Torre Pellice e Villar Pellice firmavano insieme al prefetto di Torino, Renato Saccone, un protocollo d’intesa sull’accoglienza e la gestione di 145 richiedenti asilo.
«Con la firma di questo protocollo – spiegava il sindaco di Torre Pellice, Marco Cogno – facciamo in modo che la val Pellice non sia più assegnataria di nuovi e ulteriori progetti di accoglienza per richiedenti asilo». In questi anni la val Pellice ha accolto più persone di quelle che prevedeva il piano dell’estate 2016 del ministro Alfano. Infatti, il piano, pensato insieme all’Anci e ripreso recentemente dal nuovo ministro dell’Interno Marco Minniti, prevedeva 2,5 rifugiati ogni 1.000 abitanti. Però, i nove comuni hanno una popolazione complessiva di circa 22.000 abitanti, quindi la presenza di persone inserite nei progetti di accoglienza è di poco meno di 7 ogni 1.000 residenti, quasi tre volte la quota richiesta dalle direttive governative.
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