Giovedì 11 aprile la Corte Costituzionale della Corea del Sud aveva stabilito che il divieto di interruzione volontaria di gravidanza in vigore nel paese è incostituzionale.
La legge attualmente in vigore risale al 1953 e prevede che le donne che decidono di interrompere la propria gravidanza possano essere multate o addirittura condannate al carcere, con poche eccezioni, come i casi di stupro o i rischi per la salute.
Ora il governo e il parlamento di Seul hanno l’obbligo di riscrivere la norma entro il 2020, anche se le resistenze all’interno della società coreana non mancano.
Insieme a Ijin Hong, ricercatrice presso l’Institute for Welfare State Research (IWSR) della Yonsei University, abbiamo fatto il punto su questa decisione e sulla condizione delle donne in un Paese nel quale le disparità di genere sono molto forti.