Se la salute dell’economia cinese dovesse essere misurata in base al giorno dei single, diremmo che è ottima. In tutto, i giganti dell’e-commerce cinese hanno venduto l’11 novembre merci per oltre 60 miliardi di euro, polverizzando ogni record precedente.

Il giorno dei single nasce negli anni ’90 dall’idea di alcuni studenti universitari che l’avevano concepito come alternativa a San Valentino: non caso è l’11/11, cioè quattro volte 1, l’immagine di un numerino quattro volte solo. Dieci anni fa, nel 2009, Alibaba ha scelto questa sequenza di quattro numeri 1 come strategia di marketing: nel giorno dei single ti vendo tutto quello che vuoi, scontatissimo. Insomma, la merce come consolazione o anche come distrazione dalle pressioni che la famiglia confuciana esercita affinché ci si sposi.

Da allora è cominciata l’orgia consumistica. Ad Alibaba si è aggiunto il concorrente JD.com (Jingdong) – specializzato soprattutto in elettronica – e altri siti di e-commerce, alcuni gestiti direttamente dai marchi commerciali, senza intermediari. Si vende di tutto: elettronica di consumo, soprattutto, ma anche alimentari, arredamento e assicurazioni sanitarie.
Quest’anno, a fine giornata, l’11 novembre a mezzanotte, Alibaba ha dichiarato vendite per 268,4 miliardi di yuan, cioè quasi 35 miliardi di euro; e Jingdong ha dichiarato 204,4 miliardi di yuan, cioè oltre 26 miliardi di euro.

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