Si chiama Scienza sul balcone ed è l’iniziativa che ha lanciato il Cnr tra il 23 e il 25 marzo, rivolta a tutti e tutte colori sono a casa in questi giorni in tempo di coronavirus.
Si tratta di un piccolo esempio di citizen science a cui ognuno può contribuire in modo semplice usando un cellulare, un’app e un po’ di tempo (ma quello non manca).
L’obiettivo è monitorare l’inquinamento luminoso delle nostre città. Per tre sere alle 21 siamo invitati a rilevare i livelli di luminosità intorno a noi, dal balcone o dalla finestra di casa, usando lo schermo del cellulare.
Negli ultimi decenni, nel nostro Paese si è registrato un costante incremento della luce presente nell’ambiente notturno dovuto all’eccessiva illuminazione artificiale notturna delle città: una vera e propria forma di inquinamento, l’inquinamento luminoso, che non solo compromette la nostra visione dell’universo, ma rappresenta anche un problema ambientale, economico, di sicurezza e salute pubblica.
Sulla pagina del sito del Cnr dedicata all’esperimento ci sono le segnalazioni per le app gratuite da usare, le modalità consigliate per rilevare la luminosità e si può scaricare anche il modulo da compilare per restituire i dati. Gli obiettivi sono tre:
dare un piccolo contributo concreto per rendere possibile una vasta raccolta di dati altrimenti irrealizzabile; approfittare di questo momento di sospensione per fare qualcosa di utile e significativo per la comunità scientifica e la collettività partecipando ad un progetto scientifico di alto impatto sociale; contribuire a costruire quel ponte tra scienza e società, necessario per rendere i cittadini sempre più parte integrante del processo scientifico e del cambiamento sociale, che non può prescindere dalle conoscenze sviluppate in ambito scientifico.
Non resta che provare 📱 💡 ⭐
L’intervista a Alessandro Farini, ricercatore dell’Istituto nazionale di ottica (CNR-INO), ideatore del progetto,dove si danno anche qualche consiglio utile per l’esperimento e per divertirsi a rilevare la luminosità negli ambienti che viviamo normalmente.