Durante la breve ma accesa campagna elettorale, il nuovo premier giapponese ha utilizzato tre termini-chiave per indicare il proprio programma: diplomazia, lotta alla pandemia e “nuovo capitalismo”.
Sì, come vedi non compare più la parola “Olimpiadi”. Quello è un capitolo chiuso.
Kishida, che ha alle spalle una lunga carriera politica e il record di permanenza al ministero degli Esteri (4 anni), ha prima di tutto nominato un ministro degli Esteri che parrebbe interessato a migliorare le relazioni con la Cina, una mossa in controtendenza rispetto all’assertività statunitense nei confronti di Pechino.
Mentre sulla lotta alla pandemia non c’è moltissimo da dire, ci concentriamo sul “nuovo capitalismo”. Kishida infatti proviene dal Partito Liberal Democratico, lo stesso dell’ex premier Abe Shinzo, ragione per cui non può completamente rinnegare le politiche economiche del più importante e longevo premier della storia recente. Eppure, l’impressione è che più di un tentativo verrà fatto per superare la “Abenomics”.
Ci riuscirà? Ci proverà almeno? Noi l’abbiamo chiesto a Marco Zappa, ricercatore in studi sul Giappone presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia.