Si chiama Tersilla ed è uno dei resti fossili più interessanti ed unici di una balenottera vissuta circa 3 milioni di anni fa tra Astigiano e Monferrato e ritrovata nel 1993 a San Marzanotto.
Tersilla è stata oggetto di studi recenti ed è in esposizione con altri cetacei preistorici ad Asti. Poche settimane fa i ricercatori dell’Università di Torino hanno pubblicato una ricerca sulla rivista Brain, behavior and evolution che mostra la ricostruzione del calco endocranico virtuale della balenottera, riuscendo tra le varie cose a determinarne il quoziente di encefalizzazione (l’indice relativo al rapporto tra la grandezza del cervello e quella del corpo) e arrivando a concludere che Tersilla era circa 20 volte più encefalizzata dei grandi cetacei moderni.
Lo studio sui resti fossili dei cetacei preistorici continua e i ricercatori in collaborazione con l’Ospedale “Cardinal Massaia” di Asti hanno in programma la scansione di 20 reperti per ricostruire l’evoluzione del cervello di cetacei pliocenici piemontesi.
Nel Pliocene (e in particolare nell’epoca di Tersilla, tra i 3,4 e 3 milioni di anni fa) la situazione nel nord Italia era molto diversa da quella che conosciamo oggi e gran parte dell’attuale Pianura Padana era sommersa dal mare. Le balene preistoriche, tra cui la stessa Tersilla, sono in mostra fino a settembre 2022 al Museo Paleontologico Territoriale dell’Astigiano.
L’intervista a Michelangelo Bisconti, ricercatore del dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Torino