La protesta operaia alla Foxconn, la gigantesca fabbrica degli iPhone di Zhengzhou ha diversi ingredienti: Apple, il grande committente, che pretende una produzione sostenuta per soddisfare la domanda globale; Foxconn, il produttore che disciplina i lavoratori e poi fa un “errore tecnico” a loro svantaggio; la municipalità di Zhengzhou, che manda la polizia antisommossa, presa tra regole anticovid ferree e necessità di compiacere Foxconn per riempire le casse e garantire occupazione; il sindacato unico cinese, che molto semplicemente non fa il sindacato.
E sullo sfondo, il Covid e le politiche di azzeramento dinamico, che rimescolano gli ingredienti.