Le motivazioni della sentenza del processo a Foodora intentato dai riders, i ciclisti che consegnavano il cibo a domicilio e che non sono più stati richiamati al lavoro, spiegate dal nostro ospite. Dopo 60 giorni dalla sentenza le motivazioni sono state consegnate. Il giudice ha dato ragione alla multinazionale spiegando che i ciclisti non erano obbligati a lavorare e potevano scegliere autonomamente i turni mettendosi d’accordo. Alcuni di loro non erano più stati chiamati dall’azienda e hanno fatto causa. Ma il giudice ha dato loro torto.
«I giudici non hanno fatto altro che rispettare le norme vigenti. Il problema è il vuoto normativo difronte alle nuove forme di lavoro e speriamo che il nuovo prossimo governo colmi questo vuoto», spiega Francesco Giubileo, dottore di ricerca in Sociologia, lui si occupa di valutazione dei servizi pubblici per l’impiego e di analisi del mercato del lavoro in Italia.