Da emblema dell’efficacia del comunismo di Mao alla generale privatizzazione dei servizi: il quadro della sanità cinese è quello di un sistema strutturato in modo complesso e generalmente insufficiente a far fronte alla più grande popolazione al mondo, nel frattempo sempre più anziana.
Il mantenimento di un solido sistema sanitario è al centro dell’agenda politica della Cina. Nella direttiva del presidente cinese Xi Jinping, la salute nazionale è infatti un prerequisito per costruire una società “moderatamente prospera”. In base a questo quadro, il Politburo ha lanciato il piano “Healthy China 2030 Plan” nel 2016.
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Durante il diciannovesimo Congresso del Partito Comunista Cinese, il direttore della Commissione nazionale per la pianificazione della salute e della famiglia, Li Bin, aveva riferito che il 95% dei cinesi ha oggi acesso a un sistema sanitario di base. Questo significa che il numero di persone che partecipano al sistema supera 1,35 miliardi e che la Cina ha la più grande rete di assistenza sanitaria di base del mondo.
Tuttavia, questo numero non deve ingannare, perché il sistema è molto più frammentato di quanto possa sembrare. Tre sottosistemi costituiscono attualmente il sistema sanitario di base in Cina: l’assicurazione medica di base per i lavoratori urbani, un sistema sanitario cooperativo rurale e l’assicurazione medica di base per i residenti urbani.
Mentre i tre sottosistemi coprono approssimativamente tutti i residenti urbani e rurali tra di loro, sono comuni problemi quali le difficoltà di rimborso e la partecipazione simultanea a due dei tre sottosistemi. A causa dei diversi standard di pagamento e dei tassi di rimborso tra i tre sottosistemi, molti lavoratori migranti rimandano indietro tutte le loro spese mediche nella loro città natale e chiedono il rimborso attraverso il nuovo sistema sanitario cooperativo rurale.
Nelle città che attraggono un gran numero di lavoratori migranti (come Pechino e Shanghai), fornire un risarcimento ai migranti che non hanno aderito al sistema sanitario della città sarebbe un onere enorme per i fondi assicurativi della città. Per evitare difficoltà di rimborso, molti lavoratori migranti sono obbligati ad ottenere un’assicurazione medica di base per i residenti urbani, anche se già partecipano al sistema rurale.
Nel 2016, il Consiglio di Stato ha pubblicato il “Parere sull’integrazione del sistema di assicurazione medica di base per i residenti urbani e rurali”, che proponeva la combinazione dell’assicurazione medica di base per i residenti urbani e il sistema sanitario cooperativo rurale. Ma questo documento non ha indicato quale ministero dovrebbe supervisionare l’assicurazione medica integrata. La lenta integrazione dei tre schemi medici è difficile da risolvere senza una riforma fondamentale della struttura normativa. Nel marzo 2018, il Consigliere di Stato Wang Yong ha annunciato l’istituzione del National Medical Insurance Bureau. Tutti i compiti relativi all’assistenza sanitaria che erano sotto la supervisione dei ministeri esistenti sono ora assegnati a questo nuovo Ufficio nazionale di assicurazione medica. La ristrutturazione del sistema normativo è un passo necessario verso la lotta alla ridondanza burocratica, ma non è detto che risolva il problema della frammentazione.
Oltretutto, una volta capito chi dovrà rimborsare e come le proprie prestazioni mediche, si entra in un nuovo livello di problema: la qualità delle cure e delle strutture.