La volta scorsa abbiamo parlato, tra le altre cose, di Chengeltei, una delle favelas ai margini di Ulaanbaatar, dove l’accesso a un bene essenziale come l’acqua è tutt’altro che garantito. Ma sull’acqua gli spunti non finiscono qui. Quando si parla di Mongolia, infatti, quella idrica è una questione decisiva.
Inoltre, l’acqua sarà un punto decisivo anche per le Olimpiadi invernali del 2022, che si terranno sulle montagne intorno a Pechino, dove in effetti l’acqua non c’è. Sarà interessante capire come il governo cinese si muoverà in questi quattro anni per tornare sotto i riflettori del mondo sportivo. Ma nel frattempo quei riflettori sono puntati a livello globale su un evento a cui la Cina non partecipa, ovvero i Mondiali. La Cina ha infatti fallito di nuovo il tentativo di qualificarsi, allontanandosi quindi ancora una volta dal sogno di diventare una superpotenza anche nel calcio. L’idea di Xi Jinping è quella di organizzare, e magari vincere, i Mondiali del 2030, ma la distanza è ancora molta. Troppa?