Un progetto che punta a mobilizzare 1000 miliardi di euro nei prossimi dieci anni tra fondi del bilancio europeo e cofinanziamento di privati. È il piano degli investimenti pubblici per il Green Deal europeo che è stato presentato nei giorni scorsi dalla Presidente della Commissione Ursula von der Leyen al Parlamento europeo.
Un piano ambizioso, sia per la cifra prospettata che pone l’EU in una posizione di guida sul tema anche dal punto di vista economico (ma che alcuni osservatori fanno notare che potrebbe non essere sufficiente) sia per alcune delle politiche previste.
Tra queste il meccanismo per una transizione giusta, che prevede 100 miliardi da investire a sostegno di quelle aree e di quelle comunità che oggi dipendono economicamente dal mercato dei combustibili fossili e che sarebbero maggiormente colpiti dalla transizione verde.
Ma con questo piano che ruolo avrà l’Europa? Potrà guidare il mondo verso la sostenibilità, come si chiede Linkiesta?
Secondo Jacopo Bencini, di Italian Climate Network, «l’Europa storicamente ha avuto un ruolo di leadership». In questa fase il Vecchio Continente «potrebbe rilanciarsi sul piano internazionale in un ruolo di guida, in un contesto nel quale gli Stati Uniti attendono di capire cosa succederà a questa presidenza Trump, adesso sotto impeachment e tra nove mesi sotto elezioni, e con una Cina molto attendista».
Il 2020 potrebbe essere l’ano in cui capiremo come si posizioneranno gli altri due attori internazionali, ora che l’Europa ha messo sul banco un piano ambizioso e molto dipenderà da come andranno le elezioni negli USA