Le grandi manifestazioni di piazza (come quella dello sciopero globale per il clima di venerdì 3 marzo) hanno contribuito molto a portare al centro del dibattito pubblico l’urgenza della crisi climatica. Dopo qualche anno, però, complici le prolungate restrizioni nel corso della pandemia, sono anche emersi i limiti di uesta strategia, che da sola non sembra sufficiente a generare la pressione sufficiente ad accelerare la transizione energetica.
Diversi movimenti, come Extinction Rebellion e Scientists Rebellion, hanno intrapreso approcci differenti, puntando ad azioni meno collettive ma più impattanti, passando anche per operazioni di disturbo come il blocco del traffico. Tra questi si è fatto notare negli ultimi mesi anche il movimento Ultima Generazione, specialmente con le azioni che hanno interessato famose opere d’arte.
Torniamo oggi ad interpellare Tommaso, attivista del movimento, per ragionare sui piani del gruppo, a partire dagli eventi previsti nei prossimi mesi e da una diversa strategia, che punta ad esempio a concentrarsi su campagne specifiche più che sul nome dei movimenti coinvolti. In questo momento, il focus è su Non paghiamo il fossile.
In tutto questo, ci sono anche le questioni legali, visto che spesso gli attivisti vengono arrestati e poi portati in tribunale: comincia in questi giorni quello per l’azione portata avanti presso la statua di Lacoonte ai Musei Vaticani. Per affrontare i processi e per sostenere le altre spese del gruppo, Tommaso ricorda la raccolta fondi di sostegno agli attivisti.