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L’altrove

Quante volte ci troviamo a pensare alle cose molto prima che avvengano cercando di anticipare ogni possibile dettaglio… Sarà naturale, sarà insicurezza, sarà quella mania del controllo che in misura maggiore o minore tutti abbiamo. Fatto sta che la maggior parte del nostro tempo la passiamo in anticipo. Siamo qui ma siamo già a quello che dovremo fare dopo relegando i momenti di presenza ai corsi del pomeriggio o della sera in base a quello che è più in voga, danza, teatro di improvvisazione o il classico yoga. In qualche modo siamo sempre altrove. E spesso ci piace. A volte può pure essere utile. Così come è utile giocare a essere qualcun altro è utile anche stare un po’ da un’altra parte, in senso figurato. A questo spesso pensano la musica, l’arte e il gioco. C’è anche chi, come il filosofo francese Georges Canguilhem, che dice che non c’è verità se non quella prodotta e non scoperta dalla scienza ed è il valore stesso della filosofia essere “altrove che nella verità”.

Lunedì 3 ottobre

Ma l’altrove può essere anche geografico ed è superfluo insistere sulla valenza positiva del viaggio e tutto l’arricchimento di esperienza che lascia. A volte è l’altrove che viene da te sotto forma di abitudini nuove, persone nuove.

E proprio sotto questo punto di vista che esploriamo oggi l’altrove. A Napoli “l’altrove” si è presentato con l’aspetto di persone di varie nazionalità che, insieme, hanno visitato le collezioni del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Un evento organizzato dall’Associazione 3 Febbraio.

Un’altrove geografico, ma anche un nuovo modo di stare insieme, un altrove inedito, quello dove ci ha portato l’esperienza dell’Associazione 3 febbraio. Quello della convivenza tra culture è un tema particolarmente attuale, non solo a Napoli, perché oltre a creare nuove prospettive di convivenza, di accettazione, anche a livello visivo, del diverso, c’è sempre bisogno di cercare intorno a noi quello che diamo per scontato, uscire dal solito quartiere, dalle solite strade.

Martedì 4 ottobre

A volte l’arte e l’artista ci vogliono spiazzare, aggiungendo elementi o piani di interpretazione all’opera che ti costringono a riflettere, a fermarti qualche secondo in più e ad ammettere di non capire.
Da un punto di vista psicologico, il già citato Canguilhem, scriveva “ciò che caratterizza la salute è la possibilità di oltrepassare la norma che definisce il normale momentaneo, la possibilità di tollerare infrazioni alla norma abituale per istituire nuove norme in situazioni nuove”. Si tratta di una condizione in cui ci si trova quasi quotidianamente: sfide, problemi e intoppi sono all’ordine del giorno per chiunque. Una sfida a cui tutti partecipano in un mondo fluido fatto di eventi e personalità che si incontrano e si scontrano. Davanti a un problema o davanti a un’opera d’arte incomprensibile forse la cosa migliore da fare sarebbe adottare una prospettiva dinamico evolutiva, ricordando che ognuno di noi ha potenzialità trasformative di sé e delle proprie esperienze rispetto al contesto sociale, storico e politico in cui siamo cresciuti e viviamo.
Ecco come interpreta il suo lavoro l’artista torinese Daniele Galliano:

Mercoledì 5 ottobre

Cosa saremmo senza memoria? Forse zombie che vagano alla ricerca di soddisfare la sete di sangue. O forse saremmo ancora organismi unicellulari in attesa di farsi mangiare da altre creature. La capacità di avere memoria delle esperienze ci permette di non fare gli stessi errori, trovare nuove soluzioni per la sopravvivenza; questo vale per il nostro organismo così come per la nostra vita sociale e personale.
Oltre a essere, come esseri umani, tutti simile e tutti diversi, una grande differenza tra noi e gli altri saranno le nostre esperienze e come a esse abbiamo reagito, a quello che ci hanno lasciato di bello, di traumatico o di educativo. La memoria fa la differenza.
Come Leopardi e molti altri poeti sanno, e fanno, evocare ricordi passati può essere di conforto nei momenti più travagliati.

Silvia, rimembri ancora
quel tempo della tua vita mortale,
quando beltà splendea
negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
e tu, lieta e pensosa, il limitare
di gioventù salivi?

Silvia, poverina, non può più ricordare, ma Giacomo lo fa eccome! Quasi non ha altra vita che fra i ricordi e i libri come a voler rispondere alla durezza di una realtà in cui non voleva stare, estraniandosene. Anche la memoria è un altrove.

Questa è la riflessione di Enea Solinas, parte dell’associazione Arcobaleno e conduttore di SegnAli Radio:

Giovedì 6 ottobre

Immagini, suono e letteratura. Il cinema riassume tutte queste forme espressive divenendo forse la coinvolgente tra le arti. Il cinema ci porta altrove e ci mostra immagini di posti lontani, a volte ci fa venire voglia di iniziare un viaggio.
Il cinema è senz’altro un altrove che non può mancare questa settimana, ci facciamo raccontare da Gianna Urizio un film ambientato in Nepal:

Venerdì 7 ottobre

Una delle caratteristiche fondamentali della lettura è portarci altrove in un lontano geografico o un altrove vicinissimo, ci permette di sbirciare le vite degli altri e immaginarci in panni diversi. Nella lettura ci sono molti strati di “altrove”.
Oggi ci facciamo guidare da Federica e Rossella, libraie presso la Claudiana di Roma, in due letture che possono ispirare riflessioni su luoghi e stati d’animo altri dal nostro consueto.

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