Fino all’8 aprile è aperta la raccolta di candidature per i progetti di volontariato all’estero con la Diaconia Valdese. Si tratta di percorsi dai 9 ai 12 mesi per giovani fra i 18 e i 30 anni, in partnership con tanti enti e associazioni che operano nell’ambito sociale.

Per avere maggiori informazioni sui progetti e sulla selezione, scrivere a volontariato@diaconiavaldese.org.

Qui potete riprendere l’intervista con Simona Bertin, ufficio volontariato CSD

Per comprendere meglio il mondo del volontariato internazionale, abbiamo raccolto le emozioni e le riflessioni di alcuni giovani che hanno scelto l’Italia come luogo per svolgere il loro anno di volontariato internazionale. Si tratta di progetti realizzati con enti partner della Diaconia Valdese.

Qui l’articolo completo su Riforma.it

Adriana Verghelet, volontaria rumena tramite progetto europeo European Solidarity Corps, 20 anni, ha scelto Agape, luogo in cui era già stata in precedenza: «Ho ricevuto molte “lezioni di vita”: ho imparato ad avere più pazienza, ad esempio, o a riflettere di più sulle mie emozioni. È stato un grande privilegio in questo periodo non rimanere da sola, ma vivere in una piccola comunità con altre persone».

Adriana Verghelet ad Agape (Prali)


Johannes Rathjens, 19 anni, è volontario a Riesi tramite il servizio civile tedesco. «Molte persone pensano che questo anno di stop dallo studio sia un anno perso, ma io credo che si sbaglino. Forse non si imparano le stesse cose che si imparerebbero durante lo studio, ma  è un anno in cui si guadagna tantissimo, soprattutto in termini di crescita personale».

Johannes Rathjens al Servizio Cristiano (Riesi)


Hanna Domahidi volontaria ungherese al Passo Social Point di Torino, tramite il progetto europeo European Solidarity Corps, 20 anni.  «Ho scelto di fare il volontariato internazionale perché non volevo subito proseguire con l’Università, ho avuto bisogno di fare qualcos’altro oltre a studiare. Volevo conoscere un po’ il mondo e altre culture».

Hanna Domahidi al Passo Social Point (Torino)


«Ho scelto comunque di impegnarmi in questo anno di volontariato internazionale anche se sapevo già che si sarebbe sviluppato in un modo diverso dal solito, a causa della pandemia – dice Friederike Wischniewski volontaria all’Asilo di Luserna tramite il servizio civile tedesco, 19 anni – L’esperienza si è rivelata comunque un’opportunità di sviluppo personale, sono grata di questa possibilità».

Friederike Wischniewski all’Asilo per Anziani (Luserna San Giovanni)


«Ho fatto volontariato in tanti paesi, ma questa in Italia è stata l’esperienza più lunga e impegnativa – racconta Ayah Ghazawna, 28 anni, tirocinante palestinese che collabora con l’ufficio a Villa Olanda tramite tirocinio finanziato dal programma europeo European Solidarity Corps – Sto pensando di proseguire gli studi, con una specializzazione in digital marketing, mi piace lavorare con le associazioni».

Ayah Ghazawna a Villa Olanda (Luserna San Giovanni)


Un anno di volontariato diverso dalle aspettative, quindi, in cui viaggi e possibilità di poter godere dell’aspetto più “turistico” dell’esperienza purtroppo sono state molto limitate. Ma giustamente, come dice Johannes, guardiamo con positività ai mesi futuri: «Quest’anno non è ancora finito! Speriamo di riuscire ancora a fare tante cose, viaggiare, vedere bei posti e provare a comprendere ancora meglio la cultura italiana».