Domenica 21 gennaio l’esercito turco, insieme ad alcuni gruppi armati siriani alleati, ha avviato le operazioni militari nel cantone di Afrin, che compone insieme a quelli di Kobane, di Jazira e di Sehba il Sistema Federale Democratico della Siria del nord. L’obiettivo di Ankara è debellare la presenza curda dal confine con il nord della Siria, ma l’azione non piace al regime di Assad e all’Iran, che siedono insieme ad Ankara al tavolo delle trattative di pace portate avanti dalla Russia. In un primo momento, il regime siriano aveva minacciato di reagire abbattendo qualsiasi mezzo aereo turco che superasse il confine, considerando l’azione turca come una violazione della propria sovranità. Eppure, al di là delle dichiarazioni, non sembrano esserci le basi per un intervento armato di Damasco in funzione anti-turca. L’analisi di Carlo Pallard, storico e ricercatore presso l’Università di Torino.
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