Una delle grandi riforme nel programma nuovo esecutivo guidato da Giuseppe Conte è la cosiddetta flat tax, che teoricamente prevederebbe un’aliquota unica per tutti i contribuenti. In realtà le aliquote previste dalla proposta sarebbero due (qualcuno inizia già a chiamarla dual tax), a cui andrebbero aggiunte deduzioni per i redditi bassi a scemare verso l’alto per garantire la progressività prevista dalla Costituzione.

I promotori della riforma sostengono che il denaro risparmiato dalle tasse sarà reinvestito, ma gli economisti frenano l’entusiasmo: non è detto che ci sia una volontà di investire, e il risparmio potrebbe solo essere accantonato.

La riduzione delle aliquote creerebbe inoltre una diminuzione del gettito stimata sui cinquanta miliardi di euro che il Governo coprirebbe con imposte sui beni di consumo (misura che colpirebbe soprattutto le categorie più deboli), con un maggiore controllo dell’evasione e con tagli al welfare.

Ne parla Michela Cella, economista e ricercatrice presso l’Università Bicocca.

 

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