I fatti di Lodi hanno fatto molto discutere: alcuni bambini di origine straniera sono stati esclusi dal servizio di mensa scolastica in seguito ad un regolamento comunale. Alle famiglie veniva infatti richiesta la presentazione, tra le altre cose, di un attestato dei loro paesi d’origine che garantisse che non possiedono beni, documento molto difficile da ottenere.

La protesta inizialmente era partita dalle famiglie direttamente interessate, ma presto ha visto la partecipazione dei genitori dei compagni dei bambini esclusi, di singoli cittadini lodigiani e delle opposizioni nel Consiglio comunale cittadino. La ricerca di un aiuto per garantire i servizi si è concretizzata nella fondazione del Coordinamento Uguali doveri, basato su un’idea di scuola come momento fondamentale per l’inclusione, l’integrazione e la condivisione.

L’obiettivo immediato del Coordinamento è stato di tamponare l’emergenza, per poter garantire i servizi (non solo di mensa, ma anche di autobus e di prima e dopo scuola) almeno fino alla fine dell’anno scolastico in corso, ma ciò a cui si punta è l’eliminazione del regolamento comunale. La nuova delibera del 17 ottobre non cambia nella sostanza il regolamento al centro delle critiche, ma pare introdurre ulteriori punti poco chiari.
Ne parla Michela Sfondrini, cofondatrice del Coordinamento Uguali doveri.

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