Dal 2011 Oliviero Pluviano porta la cultura italiana alle popolazioni dell’Amazzonia. Anche in tempi di pandemia
Nello scorso mese di maggio, Gaia, la coloratissima barca di Oliviero Pluviano, giornalista genovese che da 30 vive tra l’Argentina e il Brasile, ha portato viveri e generi di conforto alle popolazioni indigene dell’Amazzonia. Gaia è una gaiola, una tipica imbarcazione amazzonica diventata ambasciatrice della cultura italiana. Una missione che dal 2011 vede Oliviero Pluviano e i suoi collaboratori portare cinema, teatro e musica lirica agli indios con il Progetto Fitzcarraldo.
A causa dell’interruzione dei collegamenti fluviali, gli indigeni che vivono nel bacino del Rio delle Amazzoni a fatica riescono a procurarsi cibo e beni di prima necessità. Per questo motivo Oliviero Pluviano e la truppa del Gaia hanno riconvertito la propria attività. Nella scorsa primavera è stato creato un ponte tra l’Italia e il Brasile che ha permesso di portare in Amazzonia sei tonnellate di cibo e di beni necessari per la sopravvivenza di queste popolazioni. Fondamentale è stato l’apporto di alcune realtà missionarie che lavorano tra il nostro paese e il Brasile, come gli Amici della Colonia Venezia.
Ai microfoni di Café Bleu, Oliviero Pluviano ha raccontato la storia del Progetto Fitzcarraldo e della missione umanitaria che sta conducendo in Amazzonia, una terra meravigliosa martoriata non solo dalla pandemia ma anche dal dramma della deforestazione.