La carta straccia è quella che si appallottola e si butta con noncuranza, dopo aver lasciato segni, disegni, schizzi o pensieri che non si ritengono degni di essere condivisi. Qualcuno ha pensato all’azione inversa: recuperare quei rifiuti, stirare le pieghe dei fogli e ritrovare quelle parole e quelle immagini per reinventarle, dare un nuovo significato e una nuova storia a quello che si considerava inutile. Gli elementi importanti, per l’associazione che prende il nome proprio da quei resti, Cartastraccia, sta proprio in questi gesti: c’è la valorizzazione di elementi che possono sembrare non importanti, la voglia di scoprire cose nuove anche nei dettagli, la possibilità di guardare le cose da nuovi punti di vista, e poi c’è la carta, la materi di cui, per lo più, sono fatti i libri.
C’è un grande patrimonio nelle biblioteche che ha bisogno di essere valorizzato e ha bisogno di trovare nuovi curiosi e nuovi lettori; il lavoro delle operatrici e degli operatori dell’associazione è quello di favorire l’avvicinamento e l’affezione a questi luoghi e alle storie in essi contenute, dedicandosi innanzitutto all’infanzia e ai capolavori che sono stati scritti apposta per i piccoli lettori.
Ce ne parla Orsola Longhini.