Lunedì 13 febbraio l’Italia ha assistito al primo caso di “sedazione profonda” o “terminale”, quello di Dino Bettamin, un uomo malato di SLA da cinque anni e deceduto dopo essere stato sottoposto su sua richiesta a questo trattamento.
Una richiesta, quella dell’uomo, basata sul solo desiderio di non soffrire inutilmente a fronte di una malattia che non lascia scampo, una richiesta di dignità.
Ne abbiamo parlato con Marco Cappato, tesoriere dell’associazione Luca Coscioni, che da anni si batte per fare in modo che ai cittadini sia garantito il diritto di disporre della propria vita anche quando questa si avvicina alla fine.