Da alcuni anni, raccontare il conflitto siriano e iracheno significa anche, se non soprattutto, inseguire. Mentre da un lato si chiude un fronte, quello siriano di Raqqa, già “capitale” del Daesh e appena passata sotto il controllo delle Sdf, nel Kurdistan iracheno potrebbe essersene aperto un altro.
A partire dalla notte tra domenica 15 e lunedì 16 ottobre, infatti, l’esercito di Baghdad ha cominciato un’avanzata che l’ha portato a riprendere il controllo delle aree di confine con l’autonomia curda.
Dopo aver preso il controllo di Kirkuk all’inizio della settimana, il 18 ottobre le truppe dell’esercito federale iracheno, insieme alle milizie sciite sostenute dall’Iran, hanno raggiunto anche la diga di Mosul.
I peshmerga curdi, che avevano costituito un cordone di sicurezza attorno a questa struttura quando la città occupata dal Daesh era sotto assedio della città lo scorso anno, hanno lasciato le loro postazioni senza combattere. Un passaggio di consegne pacifico o quasi, quindi, che segna l’inizio di una nuova stagione di alleanze e rivalità in un Paese che dal 2003 vive in uno stato di conflitto permanente.
Ne parliamo con Martina Pignatti Morano, presidente dell’associazione Un Ponte Per…, attiva in Medio Oriente da oltre 25 anni.