Il 16 ottobre sarà celebrata la Giornata mondiale dell’alimentazione, e la riflessione prenderà il via dal XIII Indice globale della fame: i dati evidenziano un miglioramento rispetto alla situazione del 2000, ma ciò non significa che il problema sia vicino ad una soluzione. Ancora sette Stati si trovano al di sopra della soglia critica della fame, e sono circa cinquanta quelli che non raggiungeranno l’Obiettivo Fame Zero fissato dalle Nazioni Unite per il 2030.
Inoltre, tredici Paesi non sono stati inseriti nell’Indice a causa di una mancanza di dati: la fragilità di questi Stati, dovuta ai flussi migratori e alle migrazioni forzate a cui è sottoposta la popolazione, non permette l’acquisizione di materiale sufficiente.
L’approccio per combattere la fame deve avere una prospettiva di lungo periodo, prevedendo un sostentamento economico per i Paesi in difficoltà e una tutela mirata per le fasce più fragili. L’ottica non deve quindi essere solo umanitaria, ma anche, e soprattutto, di sviluppo.
Ne parla Daniela Bernacchi, amministratore delegato di Cesvi.
Ascolta l’intervista.