Nella notte del 19 giugno un gruppo di 131 rifugiati è stato evacuato dalla Libia in direzione del Niger nell’ambito del Meccanismo per il Transito di Emergenza (Emergency Transit Mechanism – ETM) gestito dall’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Le persone in questione provenivano da Paesi differenti, ma avevano una cosa in comune: erano passati tutti per i centri di detenzione libici.

Solo nel 2019 l’UNHCR ha aiutato 1.297 rifugiati vulnerabili a uscire dalla Libia, di questi 711 sono stati trasferiti trasferiti in Niger, 295 in Italia, e 291 reinsediati in Europa e in Canada, ma la lista dei paesi coinvolti dal Meccanismo per il Transito di Emergenza potrebbe essere più lunga. Questo progetto, attivo dal novembre 2017 ha consentito la messa in sicurezza con uno spostamento dalla Libia al Niger di 2782 persone, quindi si tratta sicuramente di numeri molto importanti.

L’ETM è un «meccanismo di evacuazione su base umanitaria e d’urgenza per persone che si trovano attualmente in centri di detenzione libici, persone sotto il mandato di UNHCR e che provengono da zone in conflitto come Somalia, Sudan ed Eritrea, che altrimenti  rischiano di rimanere a vita (con il rischio di perdere anche la salute mentale) nei centri di detenzione, questi non-luoghi dove I diritti umani, come ormai è assodato, vengono violati con continue violenze».

Ne parla Alessandra Morelli, responsabile dell’UNHCR in Niger .

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